Tino Cavagnoli…
non vi racconto la sua biografia (anzi vi rimando al suo sito: https://failapuntaallamatita.com/) ma vi racconto la sua arte!
Lo contattai tempo fa per invitarlo al M.I.D.I., a Norbello e lui fu entusiasta di partecipare.
Mi piaceva il suo modo di raccontare la Sardegna da “continentale” e non mi ha deluso.
Tino… racconta la Sardegna dal suo punto di vista,
un Lombardo che si trasferisce in Sardegna e non può non essere sequestrato dalla bellezza della mia terra e della sua gente!
Ecco,
le sue tele raccontano la Sardegna, le sue tradizioni, le sue donne e i suoi uomini.
Ma la sua pittura racconta la dolcezza, rappresenta gli angoli nascosti, i sorrisi rubati!
Di Cavagnoli mi ha colpito questa sua nuova interpretazione della Sardegna.
Ha colto l’essenza delle nostre donne,
I nostri abiti tradizionali, sono indossati con naturalezza, la stessa naturalezza che, sicuramente, contraddistingue gli anziani, abiti che raccontano feste, gioie e dolori, ansie e soddisfazioni.
Ma raccontate da un pennello che si è innamorato della Sardegna da adulto…
fa uno strano effetto!
Quante volte ci è capitato di rimanere incantati nelle sfilate e nelle processioni?
Uomini e donne che indossano con fierezza il loro abito tradizionale.
Ma siamo sicuri che c’è solo questo? E dietro?
Ecco Tino Cavagnoli racconta i sorrisi, scambi di sguardi, risate, diciamo “fuori dagli schemi”.
E poi racconta alcune feste che contraddistinguono la Sardegna:
l’Ardia
per esempio, reinterpretata con un imponente e maestoso cielo scuro, dove un cavaliere attende impavido la sfrenata corsa che o porterà alla gloria,
o la Sartiglia,
ricca di colori e di maestosità!
e poi… mi dedica una pittura e questo è davvero un grande onore.
In bianco e nero, rappresenta una me pensierosa, immersa nella frenesia che quotidianamente mi fa sentire viva.
Già, in questo quadro mi ci vedo: le espressioni, lo sguardo… beh, grazie Tino, grazie per questo splendido regalo!